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Accomodamenti ragionevoli

Per la Convenzione ONU sui diritti delle Persone con Disabilità del 2006, gli accomodamenti ragionevoli sono “gli adattamenti necessari ed appropriati che non impongano un onere sproporzionato o eccessivo”. Servono a “conseguire de facto l’uguaglianza delle persone con disabilità”, e il dovere di fornirli sorge  nel momento in cui una persona con disabilità ne abbia necessità in una data situazione al fine di godere dei propri diritti su un piano di parità nei confronti degli altri individui.

Nell’ambito del diritto al lavoro, il dovere di fornire accomodamenti ragionevoli spetta al datore di lavoro, perché è lui che deve garantire l’assenza di discriminazione diretta o indiretta nei confronti del lavoratore.

Lo afferma la Direttiva comunitaria, recepita dalla legislazione italiana, 2000/78 che, all’articolo 5, recita:

il datore di lavoro prende i provvedimenti appropriati, in funzione delle esigenze delle situazioni concrete, per consentire ai disabili di accedere ad un lavoro, di svolgerlo o di avere una promozione o perché possano ricevere una formazione, a meno che tali provvedimenti richiedano da parte del datore di lavoro un onere finanziario sproporzionato.”

Il datore di lavoro deve mettere a disposizione accomodamenti ragionevoli a prescindere dall’appartenenza del lavoratore alle cosiddette “categorie protette” di cui alla Legge n. 68/99, o dalla sussistenza dei requisiti di cui alla Legge n. 104/90, o dall’origine della menomazione (infortunio o evento extralavorativo). Deve essere presente una “condizione patologica che comporti una limitazione  (…) che, in interazione con barriere di diversa natura, possa ostacolare la piena ed effettiva partecipazione della persona interessata alla vita professionale su base di uguaglianza con gli altri lavoratori, e tale limitazione sia di lunga durata.” (sentenza della Corte di Giustizia Europea del 11.4.2013)

L’accomodamento ragionevole deve essere adeguato ed efficace, tale cioè da raggiungere lo scopo  per il quale viene individuato e con tale definizione non ci si riferisce solo al superamento di barriere di natura fisica o a interventi di carattere tecnico-materiale, come il riallestimento della postazione di lavoro, la sostituzione delle attrezzature, l’implementazione di tecnologie ma  anche interventi sulla compatibilità dell’ambiente di lavoro con il funzionamento della persona e di carattere organizzativo, come la revisione delle procedure, la riduzione o rimodulazione dell’orario di lavoro, il cambiamento dei turni, la redistribuzione delle mansioni,  la ricerca di mansioni diverse.

Appropriatezza, necessità, proporzionalità o non eccessività dei costi sono gli elementi che delineano le caratteristiche dell’accomodamento ragionevole. Occorre pertanto un intervento qualificato, condotto da persone professionalmente preparate che esaminino la situazione caso per caso, analizzando la dimensione d’impresa, la sua organizzazione, i costi prevedibili, le risorse da mettere in campo, gli elementi di equilibrio nei rapporti interni all’impresa.

Il “profano” che si approccia al mondo della disabilità è portato a immaginare la presenza di categorie in cui incasellare la disabilità: fisica/motoria, sensoriale, intellettiva, psichica. Questa categorizzazione porta altresì a immaginare standard di bisogni riferiti alla particolare disabilità (cecità, sordità, autismo, paraplegia, ecc).

In realtà non solo ogni persona è diversa e ha un rapporto personale diverso con la propria menomazione, rapporto determinato dalla storia di vita di quella persona, da fattori psicologici e altro, ma, come ci indica la Convenzione ONU, la disabilità non è una condizione cristallizzata, ma dipende dall’interazione “tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed ambientali”, tra lo stato di salute delle persone e i loro ambiti esistenziali.

Quindi gli elementi a cui occorre prestare attenzione sono non solo le patologie o le menomazioni presenti nella persona, ma come queste influiscono e sono influenzate dall’ambiente di lavoro.

A seconda del luogo di lavoro, della tipologia e della attività da svolgere e della o delle limitazioni a cui la persona con disabilità si trova di fronte a causa della correlazione tra la propria disabilità e il contesto lavorativo, è possibile mettere in campo strategie che includano modifiche delle postazioni di lavoro, introduzione di strumenti e ausili,  modifiche nelle attività di lavoro,  modifiche dei tempi di lavoro, ricorso al telelavoro.

Tutto ciò influisce (o può influire) in maniera importante sul contesto aziendale e sulle relazioni che si instaurano tra il lavoratore con disabilità e gli altri membri dell’organizzazione.

Ecco perché quando si fa riferimento all’ambiente non ci si può soffermare sull’ambiente fisico, ma occorre anche analizzare la sfera sociale e relazionale che coinvolge colleghi, supervisori (capi squadra, capi reparto e analoghi), management aziendale, ed è importante un’analisi approfondita  dell’organizzazione: dei suoi compiti, delle routine e delle relazioni tra i differenti attori.

Nella pratica e nelle esperienze ormai consolidate di altri Paesi, gli accomodamenti ragionevoli rappresentano molto spesso delle soluzioni di “buon senso”, tutt’altro che dispendiose: l’utilizzo di hardware e/o software specifici; l’applicazione degli aspetti ergonomici della postazione e degli strumenti; gli accorgimenti per gli aspetti psico-sociali.

Gli aspetti da considerare per giungere all’individuazione di accomodamenti ragionevoli sono molteplici e complessi. Può essere utile rispondere a queste domande che propone il sito americano Askjan.org:

  1. Quali limitazioni sta vivendo il dipendente?
  2. In che modo queste limitazioni influenzano il dipendente e le prestazioni lavorative del dipendente?
  3. Quali compiti lavorativi specifici sono problematici a causa di queste limitazioni?
  4. Quali accomodamenti sono disponibili per ridurre o eliminare questi problemi?

A quest’ultima domanda prova a rispondere il portale PARI

eventuali link per approfondimento:

Convenzione ONU per i Diritti delle persone con disabilità, testo originale:

https://www.un.org/development/desa/disabilities/convention-on-the-rights-of-persons-with-disabilities.html#Fulltext

Convenzione ONU per i Diritti delle persone con disabilità, testo in italiano non ufficiale:

https://www.lavoro.gov.it/temi-e-priorita/disabilita-e-non-autosufficienza/focus-on/Convenzione-ONU/Documents/Convenzione%20ONU.pdf

Comitato ONU per i Diritti delle persone con Disabilità:

General Comment No. 2 on Accessibility https://digitallibrary.un.org/record/812025

General Comment No. 6 on Equality and Non-Discrimination, https://digitallibrary.un.org/record/1626976

 Direttiva CE 2000/78

https://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2000:303:0016:0022:it:PDF